Si tratta di una figura umana monocromatica (antracite) vestita poveramente, il che ne evidenzia la difficile condizione esistenziale come per molti immigrati del nostro tempo. L’opera a quattro mani ha visto il coinvolgimento dell’artista Piero Gilardi. Il suo nome è Eftimio ed Eftimio proietta a terra, davanti a sè, come se il sole fosse alle sue spalle, la sua ombra. E’ un’ombra materica, composta, com’è nello stile di Gilardi, di materiali sintetici derivanti dal petrolio come il poliuretano ecc. Un’ombra che riproduce il bagnasciuga marino con la sabbia, i suoi sassi, i legnetti consumati dal mare, uno scheletro di riccio, un ficod’India... un frammento di memoria, la terra di Eftimio. Eftimio è il vero nome di un abitante dell’isola di Leros (Grecia) ritratto in scultura da Marco Giannini.
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