Restituire alla Reggia di Stupinigi la magnificenza delle sue feste barocche rivisitate in chiave attuale. Acqua, Fuoco, Macchine pirotecniche, Musica sono gli elementi espressivi con i quali negli anni 1773 - 1778 - 1781, per proseguire in altri decenni del XIX secolo, si compongono i festeggiamenti reali alla Reggia.
La “Storia del Fuoco” dalle origini ai giorni nostri. Dal fulmine che innescò il primo incendio ai riti tribali dedicati al fuoco, dalla fiamma divina dell’antica Grecia all’invenzione della polvere da sparo, fondamentale scoperta che determinò, per la sua caratteristica propulsiva, l’accesso alla vera pirotecnica. E ancora, dal tardo medioevo attraverso il rinascimento e l’epoca barocca, per giungere ai giorni nostri con la scena aerea e i grandi fuochi.
Nel suggestivo spazio del Parco di Stupinigi sono collocati tre alberi... il fulmine l’incendia uno dopo l’altro. Alcuni uomini scoprono il fuoco, lo utilizzano celebrando i loro riti di riverenza tra straordinarie danze e coinvolgenti ritmi. Il Corpo Nazionale di Danza della Costa d’Avorio ne è protagonista. Senza relazione di continuità lo spazio è invaso da novanta vestali. Un’immensa coreografia celebra il nuovo rito tra altissime vele, supporti per eleganti ombre cinesi. Ciascuna vestale ha una fiaccola. In quarantanove le spengono annegandole nella sabbia, la cinquantesima, pur facendo l’identico gesto della compagne provoca una potente e spettacolare esplosione: la polvere da sparo.
Imponenti scenari barocchi compaiono nello spazio tra lapilli, girandole, colombine, farfalle e candele romane, tutti rigorosamente monocromatici (oro, argento e bianchi), ha inizio la pirotecnìa barocca.
Un controtenore in costume fa la sua apparizione dal grande portale finestrato della Reggia, scende la scalinata tra statue barocche opportunamente collocate. Il canto nel suo avvicinarsi alle figure le accende una ad una di piccoli fuochi statici.
Ora dal fondo del Parco iniziano la manovra di avvicinamento all’edificio e al pubblico i mezzi di movimento terra. Al centro un grande Mostro cingolato alla cui pala escavatrice sono stati aggiunti: la mascella inferiore provvista di aguzzi denti metallici e due occhi luminosi che penetrano il fumo da esso stesso provocato mentre dalla bocca gocciolano fili incandescenti come bava. Ai lati del Mostro due enormi pale meccaniche alzano e abbassano alternativamente le loro grandi vasche incendiate, come enormi braceri.
Giunti al centro del Parco il Mostro, sollevando la pesante testa, genera un urlo che incendia simultaneamente le venti finte vestali (assolutamente vere per il pubblico).
Inizia una spaventosa danza dei mezzi meccanici che, facendo girare vorticosamente escavatore e pale a pochi centimetri l’una dall’altra, da vita ad una vera e propria battaglia tra tutti i segni proposti.
Battaglia danzata e violenta dove fuoco accende fuoco tra percorsi delimitati dalle grondaie poste a terra e riempite di infiammabile. Con l’estinguersi dei fuochi, tra il fumo la lenta agonia del Mostro che, puntando la testa a terra, solleva come per un ultimo sospiro il suo pesante corpo creando un’insolita figura disarticolata e improbabile che genera tenerezza...
in cielo è l’apoteosi dei grandi Fuochi d’Artificio contemporanei.