Richi Ferrero e il Gran Teatro Urbano
Figura poliedrica dai molteplici interessi, Richi Ferrero in trent’anni di attività ha percorso un cammino artistico che ha sempre sconfinato tra i diversi generi: teatro, cinema, arti figurative, land-art, uso della luce, allestimenti museali, caratterizzandosi come artista nel senso più ampio del termine.
Nato a Torino nel 1951, inizia a lavorare in campo teatrale nei primi anni Settanta quando fonda, con gli attori del gruppo Zoo di Michelangelo Pistoletto, la compagnia di ricerca Il Granserraglio. Dal 1984, anno in cui allestisce Set nell’ambito del Festival Internazionale Cinema Giovani, Ferrero è noto al pubblico torinese soprattutto per le sue installazioni di teatro urbano: grandiosi eventi teatrali nei quali il palcoscenico è la città, gli attori sono manichini o marchingegni spettacolari, e la “scena” pare immobile, congelata in un istante particolare. Attraverso queste esperienze Ferrero teorizza la “drammaturgia della fissità”, filo conduttore e filosofia portante di tutta la sua produzione successiva, creando situazioni dove non c’è azione teatrale, ma l’azione è bloccata in un momento significativo del suo svolgersi, sono gli spettatori a costruire il racconto.
Nell’ambito dell’utilizzo della luce, sperimenta nuovi sistemi d’illuminazione, collaborando con importanti realtà private e pubbliche, specializzandosi nell’illuminazione di opere d’arte e monumentali, oltre che di spettacolo. Sua è l’illuminazione monumentale della Chiesa della Gran Madre di Torino, primo esempio di criteri d’illuminazione teatrale applicati ad un monumento: gli elementi architettonici diventano attori su una scena.
All’iniziativa torinese “Luci d’Artista”, dal 1998 Richi Ferrero partecipa con grandi installazioni imperniate sulla struttura di una gru edile: l’opera del 2000, “Lucedotto”, è divenuta permanente. Nel 1998 Ferrero allestisce il Museo della Sindone e nel 2000 il museo del Forte di Exilles, sperimentando l’applicazione dell’esperienza teatrale in un campo completamente nuovo.
All’insegna del Gran Teatro Urbano, quindi, come recita il nome dell’associazione artistica da lui fondata nel 1996, l’artista continua a spaziare dalla regia all’installazione urbana, all’allestimento e alla scultura ambientale e tende sempre più a trasformare gli interventi temporanei in opere stabili al sconfinando sempre più nell’arte visiva. Proprio in questo settore il Gran Teatro Urbano sta attualmente movendo i suoi passi alla ricerca di creazioni artistiche capaci di interpretare, attraverso un’opera installativa e scultorea, il gesto teatrale nel suo momento drammaturgico più alto, coinvolgendo emotivamente il pubblico e portandolo ad una partecipazione attiva nel percorso narrativo suggerito dall’opera stessa.
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